"Il papà delle favole" è un audiolibro scritto da Cesare Pastarini (cesare.pastarini@gmail.com), reso possibile dagli Amici del Mulino di "Mulino Bianco". Composto da 10 favole illustrate + un cd musicale con le storie recitate da attori professionisti, il ricavato della vendita va all'associazione Noi per Loro, vicina ai bambini ricoverati nel reparto di Oncoematologia dell'Ospedale Maggiore di Parma. E' in vendita nelle librerie di Parma e nella sede di Noi per Loro in via Rubini 12. Oppure si può fare un versamento di euro 7,90 sul c/c postale 10869436 intestato a Noi per Loro Onlus Via Rubini 12, 43125 Parma e dopo aver spedito la copia del pagamento al fax 0521.942013 riceverete "Il papà delle favole" all'indirizzo da voi indicato. L'autore, l'illustratore, la grafica, gli attori e il musicista non hanno ricevuto compensi. Più sotto i link del gruppo di lavoro.
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sabato 13 marzo 2010

I bambini vengono prima

Per gentile concessione di Massimo Gramellini, vicedirettore del quotidiano LA STAMPA, pubblico il suo "Buongiorno" tratto dalla prima pagina della Stampa di venerdì 12 marzo.

La Corte di Cassazione ha stabilito che un clandestino non può restare in Italia solo perché suo figlio frequenta la scuola. La tutela delle frontiere deve prevalere sul diritto del minore allo studio. Che dire? Comprendiamo tutto. L'applicazione rigorosa della legge e anche le reazioni di giubilo che si leggono sui blog: l'augurio è che i giubilanti siano altrettanto implacabili quando si discute di reati contro il patrimonio o di evasione fiscale. Però la comprensione si arresta davanti alla realtà della vita che, a differenza della legge, è fatta di carne. In questo caso della carne di un bambino. Il quale uscirà devastato da un'esperienza del genere, si sentirà assaggiato e sputato come una caramella guasta, quando in fondo la sua iscrizione a scuola era la prova migliore della volontà di integrarlo nella nostra comunità.
Anche ammesso che la maggioranza dei clandestini siano così spietati da venire in Italia con un bimbo in età scolare solo per turlupinarci (ma ne avete parlato con la badante di vostra madre?), rimane il fatto incontrovertibile che quel bambino è un bambino. E che i diritti dell'infanzia, in una società che voglia distinguersi da un agglomerato di selvaggi, dovrebbero ancora significare qualcosa. E' un pensiero buonista? No, è un pensiero umano. E mi rifiuto di credere che questi tempi spaventati ci abbiano resi così insensibili da non cogliere la differenza. Da non capire più la semplice verità inculcata da generazioni di educatori: i bambini vengono prima.
Massimo Gramellini

8 commenti:

giorgio ha detto...

Sempre dalla STampa di ieri, Jena: "Ciao bel bambino, come ti chiami? Clandestino".
Grandissimo Jena!!!

Mara ha detto...

Bellissimo e grande spazio!

Rita ha detto...

era molto bello anche l'articolo di Lerner su Repubblica

Carla ha detto...

Sono assolutamente d'accordo, è una vergogna nazionale; sarebbe il caso di scrivere una lettera collettiva (genitori di una classe, di un gruppo di catechismo, di un gruppo di qualsivoglia cosa)

Rita G. (non la stessa del commento precedente) ha detto...

Grazie Cesare,
nel caso fosse sfuggito a qualcuno...

Rosangela ha detto...

Grazie di evidenziare per noi le verità sconvolgenti della nostra società che soffre ormai di analfabetismo del cuore.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Max ha detto...

leggo in ritardo il pezzo di Gramellini. Solo per i suoi Buongiorno vale la pena comprare La Stampa, bellissimo giornale. Bravo bravo bravo a Calabresi